DURATA
13 giorniPARTENZE DI GRUPPO CON ACCOMPAGNATORE DALL'ITALIA:
DALL'8 AL 20 APRILE 2025 (FESTIVAL DI PARO)
UN VIAGGIO PER...
Gli appassionati della cultura buddista,
per i viaggiatori curiosi che desiderano scoprire un mondo a parte, che intende preservare tradizioni e cultura, che accoglie la modernità e la concilia con la tutela della natura, allontana il turismo di massa, e quasi lo seleziona.
I VOSTRI ALBERGHI
/ Khangkhu Resort 4*
Punakha: Zhingkham Resort 4*/ The Four Boutique 4*
Phobjikha: Dewachen Resort / Pobijkha Resort 3*
/ City Hotel 4*
Delhi:Hotel Nehru Place 5*
Mezzi di trasporto
Vetture, minibus o autobus privati (con aria condizionata in India, senza aria condizionata in Bhutan), a seconda del numero di partecipanti.
DA SAPERE
Il viaggio si svolge per diversi giorni in altitudine, con il superamento di passi montani oltre i 3000 metri. I percorsi vengono effettuati su strade per la maggior parte asfaltate e generalmente in buone condizioni.
Unica escursione impegnativa è il trekking verso il ‟Nido della Tigre” da Paro, che richiede un tempo variabile da tre a cinque ore.
Il programma potrebbe subire variazioni in base a condizioni meteorologiche avverse, ritardo dei voli, ordini ufficiali, situazioni ed eventi non prevedibili.
QUANDO PARTIRE...
Il viaggio è proposto in una data singola, in occasione del Festival primaverile di Paro.
Scopri qualcosa in più
MONASTERI IN FESTA
La partenza del viaggio è state studiata per potere assistere alla festa che si svolge nel monastero buddista di Paro. Si avrà quindi l’opportunità unica di osservare i momenti più alti delle liturgie, queste straordinarie danze rituali capaci di attrarre le comunità dei fedeli anche dalle regioni più lontane.
Ad eccezione dei grandi tsechu di Thimphu e di Punakha, solenni e “istituzionali”, i cham del Bhutan sono feste di carattere religioso e folcloristico locale. Per loro stessa natura sono spesso lasciati all’improvvisazione del momento, alle disposizioni dei lama dei vari monasteri, alle indicazioni suggerite da astrologi o divinazioni oracolari. Non esiste quindi un programma fisso per gli tsechu, che di anno in anno possono presentare caratteristiche diverse.
BHUTAN - IN BHUTAN, PER IL FESTIVAL DI PARO
Quote a partire da € 5.280 - 13 giorni
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Il Bhutan, incuneato tra la Cina e l’India, è una briciola sulle carte geografiche. Se ci piace pensare che sia rimasto un “angolo di medioevo”, in realtà i fatti smentiscono questa visione edulcorata e un po’ romantica del Paese. Il Tourism Council of Bhutan ha incaricato consulenti britannici di creare uno slogan che potesse presentare il Paese al mondo, ed è nato il claim “Bhutan, believe”. Ci invita a credere, ad avere fiducia, come se ci dicesse: credi al cambiamento, alla trasformazione, alla possibilità di migliorare il mondo. Non grandi città, ma villaggi accolgono i pochi visitatori, saliti sino qui per avvicinare le più remote culture himalayane e una natura superba che offre il meglio di sé in primavera, quando il paesaggio è una festa di rododendri (oltre sessanta specie) alti oltre quindici metri e di magnolie giganti con il loro fiori bianchi e rossi. I monasteri fortificati - gli dzong – sono centri d’arte e di cultura, dove si segue la dottrina del buddismo tantrico ed intorno ai quali si svolgono feste e pellegrinaggi che richiamano genti da tutta la nazione. In queste occasioni di festa i fedeli danzano, pregano e si cimentano in gare e giochi: per una settimana intorno allo dzong di Paro si intreccia la kermesse, nell’attesa dell’esibizione pubblica del grande Thangka Thongrol, tessuto magnificamente ricamato del XVII secolo che ha la proprietà di proteggere i fedeli ed allontanare da loro le cinque impurità. È questa la cornice del nostro viaggio: paesaggi incantevoli, dove gli “tsechu”, i festival che si tengono negli dzong sono preghiere in movimento, dove i mille e mille monasteri e chorten esprimono la religiosità profonda e pervasiva di un Paese dall’anima gentile, dove le strade possono essere tortuose ma la vita è dolce, dove si parla di crescita olistica e spirituale, dove il turismo è apprezzato ma a condizione che porti ad uno sviluppo equo, che non comprometta il patrimonio culturale e l’ambiente naturale. Dove può nascere un film bellissimo come “Lunana, il villaggio alla fine del mondo”. Quanto di più vicino all’idea di felicità.
Giorno per giorno
1° GIORNO: 8 APRILEITALIA – DELHIPartenza con volo dall’Italia per Delhi. Pernottamento a bordo.2° GIORNO: 9 APRILEDELHI – PAROArrivo a Delhi nelle prime ore del mattino. Ritiro dei bagagli e imbarco sul volo per Paro, in Bhutan, unica città del Paese dotata di un aeroporto internazionale. Se le condizioni meteorologiche sono favorevoli, il sorvolo della catena himalayana sarà uno spettacolo eccezionale, la migliore introduzione al Regno. Poche ore di viaggio da Delhi ci trasportano in un mondo ’a parte’, verso un’oasi lussureggiante di foreste di conifere, una briciola sulla carta geografica, incuneato com’è tra la Cina e l’India. Non grandi città, ma villaggi accolgono i visitatori, saliti sino qui per avvicinare le più remote culture himalayane e una natura superba. Situata a 2200 metri di altitudine, al centro di una vasta e fertile vallata punteggiata da abitazioni rurali, la valle di Paro è unica nella sua bellezza, un mosaico di risaie intervallate a radure con salici piangenti e casette in legno. Se ci sarà il tempo, potremo dare uno sguardo orientativo alla cittadina, caratterizzata da un’architettura tradizionale e ’solida’: il Ta Dzong, sul fiume Mangde, l’antica torre di guardia che oggi ospita il Museo Nazionale; il Rinpung Dzong, “a fortezza costruita sui gioielli” – evidentemente riferiti alla preziosità della dottrina del Buddha, il Monastero dagli ampi cortili e porticati decoratati da pitture che presentano la classica simbologia buddista.Arrivo e sistemazione in hotel.Cena e pernottamento.3° GIORNO: 10 APRILEPARO: IL FESTIVALOggi sarà una giornata di completa immersione nel mondo buddista. Assisteremo infatti alle cerimonie legate alla festa annuale del monastero di Paro, costituite da rappresentazioni sacre, danze in maschera e rappresentazioni teatrali allegoriche di argomento religioso, che sono rimaste invariate da secoli. Nel corso delle cerimonie i monaci indossano maschere e costumi che rappresentano le divinità del pantheon buddista, si muovono con passi e gesti misurati al suono di lunghe trombe di ottone e di tamburi ed evocano le forze positive per scacciare quelle maligne. Gli tsechu, questo il termine che definisce questi eventi che possono durare alcuni giorni, sono eventi creati da maestri spirituali, nel corso dei quali gli spettatori sono in realtà protagonisti dell’accadere: in base al proprio livello di purificazione e di progresso spirituale, ognuno potrà cogliere ciò che è visibile, e viene incoraggiato ad approfondire la conoscenza dei contenuti religiosi guidato dai racconti e dalle danze, che si ispirano alla vita di Padasambhava. Partecipare a un festival significa calarsi completamente nella vita del Maestro, oltre le forme, i suoni, i colori: oltre c’è la vera essenza di ciò che ci appare, che è solo un tramite per rendere percepibile la realtà materiale. Nel pomeriggio visiteremo il Kichu Lhakhang, uno dei 108 templi costruiti dal re Dharma Sogsten Gampo in un solo giorno nell’anno 659. Il numero 108 ha un valore simbolico: 108 sono le contaminazioni che separano l’uomo adal nirvana, 108 sono le qualità del Buddha. La leggenda vuole che il tempio sia stato costruito sul piede sinistro di un demone femminile colossale per impedirle di ostacolare il diffondersi del Buddismo nel Paese. Il Secondo Buddha, Padmasambhava, fu una delle importanti figure storiche che andarono in pellegrinaggio a Kyichu Lhakhang nell'VIII secolo e si narra che abbia nascosto preziosi insegnamenti attorno al tempio.Pensione completa.4° GIORNO: 11 APRILEPARO: L’OSTENSIONE DEL THONGROL – ESCURSIONE AL MONASTERO DI TAKTSANGLa cerimonia dell’ostensione del Thongdrol è un altro dei momenti chiave del Festival. Avviene alle prime luci dell’alba e consiste nell’esposizione di una thanka – un dipinto su tessuto – di enormi dimensioni, che viene ritirata prima che i raggi del sole la tocchino. Grandissimo è il potere di questo oggetto, che a volte rappresenta Guru Padmasambhava, a volte altre divinità tantriche. Thong significa ’guardare’, drol ’liberazione’: ancora una volta comprendiamo come sia lo spettatore a diventare protagonista della propria emancipazione spirituale. Al termine di questa cerimonia, ci dirigiamo verso un altro dei luoghi-simbolo del Bhutan. Il Monastero di Taktshang è uno dei più conosciuti e spettacolari del Paese, arroccato su una parete rocciosa a 900 metri di altezza sulla vallata di Paro. Il luogo deve il suo nome di “Nido della tigre” a Padmasambhava, che si dice sia arrivato quassù sulla schiena di una tigre per meditare. Un incendio devastò la struttura principale nel 1998, ma ora questo gioiello è stato restaurato completamente, tornando al suo splendore originario. Vi si giunge con una camminata abbastanza impegnativa, che può richiedere dalle 3 alle 5 ore, in base alla propria forma fisica, ma fatica è ampiamente ripagata ad ogni passo: il monastero infatti si scopre progressivamente e l’effetto di “sospensione” della struttura, che pare fluttuare nel cielo, è straordinario. Rientriamo a Paro nel tardo pomeriggio.Pensione completa.5° GIORNO: 12 APRILEPARO – PUNAKHALasciamo Paro e ci portiamo, seguendo un percorso tortuoso e affascinante, verso le regioni del Bhutan centro-orientale. Oltre il bivio per Thimphu, raggiungiamo il passo di Dochula (3100 metri di quota). Qui ci fermiamo per ammirare la spettacolare veduta sulle vette dell’Himalaya orientale e 108 chorten segnano con il loro numero sacro, il confine e la completezza dell’esistenza. Proseguiamo verso la vicina Punakha. Prima di arrivare in città faremo una sosta al Chimi Lhakhang, un monastero costruito nel 1499 da Lama Drukpa Kunley. Si racconta che il Lama sottomise un demone con il suo “fulmine magico di saggezza” intrappolandolo nella roccia. Il monastero custodisce il simbolo originale del fallo in legno che il lama portò dal Tibet e viene utilizzato ancora oggi per propiziare la fertilità alle donne che visitano il monastero. Arriviamo infine a Punakha. Bellissima posizione, deliziosa cittadina, incantevole il paesaggio, dolce il suo clima tropicale, importantissimo il suo dzong: tutto questo è Punakha, capitale del Bhutan sino al 1955, quando il titolo passo a Thimpu.Arrivo e sistemazione in hotel.Pensione completa.Il percorso di oggi è stato di circa 125 chilometri.6° GIORNO: 13 APRILEPUNAKHA – TRONGSA – BUMTHANGLunga giornata di trasferimento. Sempre in direzione est, procediamo verso il passo Pele-la (3424 metri di quota): il paesaggio muta quindi bruscamente, entriamo in un altro ecosistema dove la foresta di montagna lascia il posto al bambù nano d’alta quota. Proseguiamo seguendo una strada tortuosa sino al Chendebi Stupa, dove faremo una sosta. Di stile nepalese – la sua forma ricorda il Bodnath – risale al XVIII secolo e, secondo la tradizione, fu costruito da Lam Oensey Tshering Wangchuk per respingere il demone Ngala. Superiamo Trongsa e procediamo verso il passo di Yoyong-la (3400 metri) e di fronte a noi si apre la valle di Bumthang. Arrivo a Bumthang e sistemazione in hotel.Pensione completa.Il percorso di oggi è stato di circa 140 chilometri.7° GIORNO: 14 APRILEBUMTHANG E LA SUA VALLELa valle di Bumthang è costituita in realtà dall’incontro di quattro vallate: Chumey, Choekhor, Tang e Ura, con altezze variabili tra i 2600 e i 4000 metri di quota. Siamo nel cuore mistico e religioso del Bhutan, dove la spiritualità è pervasiva e intensa. Con i suoi 29 templi e monasteri il distretto di Bumthang racchiude tesori di tradizioni artistiche, pittoriche e religiose che sono un faro per tutto il Druk Yul, il Paese del Drago Tonante.Sarà quindi per noi un’altra immersione nel paesaggio e nella cultura buddista, che inizia con la visita al Khurje Lhakhang, un complesso di tre templi il più antico dei quali contiene la roccia con l’impronta di Guru Rimpoche. La tradizione vuole che Padmasambava avesse ottenuto la vittoria su un demone maligno e lasciato l’impronta del suo corpo sulla roccia. I tre templi sono circondati da 108 piccoli chorten.Vedremo poi il Jambey Lhakhang, fatto costruire dal re tibetano Songtsen Gampo nel 659 d.C. La leggenda racconta che il re in un solo giorno costruì 108 templi come presidio del vero buddismo per sconfiggere un demone femminile che ostacolava la diffusione del dharma: monasteri che si trovano in Tibet, in Bhutan e il tutte le terre di confine.Infine ci porteremo al Tamshing Lhakhang, un importante monastero Nyingma fondato nel 1501. I dipinti murali, che si stanno arrendendo allo scorrere del tempo, sono dei capolavori che meriterebbero restauri e attenzione.Al termine, rientriamo in hotel a Bumthang.Pensione completa.8° GIORNO: 15 APRILEBUMTHANG – TRONGSA – VALLE DI PHOBJIKHADopo una breve passeggiata nel villaggio, partiamo per la valle di Phobjikha, sostando a Trongsa. Trongsa, cittadina al centro geografico del Bhutan, è proprio al crocevia delle strade che portano a Punakha, Bumthang e nello Zhemgang. Circondata da montagne, la città venne popolata negli anni ’50 da esuli tibetani, che tuttora costituiscono una parte del suo tessuto sociale. Trongsa e il suo celebre dzong costruito nel 1647 a dominare il Chu Mangde, sono la dimora ancestrale della famiglia reale del Bhutan; grazie alla sua posizione strategica da qui si poteva esercitare in ogni tempo un controllo totale di persone e merci che transitavano, oltre alla percezione delle tasse che ne derivavano. Dopo il pranzo procediamo verso la valle di Phobjikha, una valle glaciale che ospita le gru dal collo nero. Forse non li vedremo, questi straordinari animali, se non alcuni ritardatari, perchè le gru migrano verso altopiani più in quota all’inizio della primavera... Arrivo e sistemazione in hotel.Pensione completa.Il percorso di oggi è stato di circa 160 chilometri.9° GIORNO: 16 APRILEVALLE DI PHOBJIKHA – PUNAKHAUna giornata immersi nella natura della bellissima valle di Phobjikha o valle di Gangtey. Phobjikha è una vallata glaciale, in superbo contrasto con la natura delle valli vicine. Qui gli spazi sono immensi e l’occhio si perde all’orizzonte, in uno straordinario senso di pace. Non lontano c’è il parco Nazionale dei Monti Neri e da qui si gode di una vista spettacolare sul versante orientale dell’Himalaya. La valle di Phobjikha è bagnata da due fiumi, il Nakay Chhu e Gay Chhu, che secondo la leggenda rappresentano un orso e un serpente. L’area ospita ogni inverno, sino a inizio primavera, una grande popolazione di gru dal collo nero, conosciute come gru tibetane: all’arrivo girano tre volte intorno al monastero, e ripetono questi tre giri di saluto anche quando lasciano la valle per volare a nord, verso il Tibet. La popolazione di questa regione è conosciuta per il tiro con l’arco, una vera e propria arte, una pratica che viene praticata durante le feste religiose e i più importanti eventi sociali. Raggiungiamo a piedi il monastero di Gantey, uno dei centri principali di cultura buddista di scuola Nyingmapa del Bhutan, costruito nel XVII secolo e restaurato nel 2008. Il restauro è stato seguito da una consacrazione e da uno Tsechu durato sette giorni. Dopo avere avuto il tempo di immergerci in questo luogo ritenuto dalla popolazione bhutanese immensamente sacro, torniamo a nord, verso Punakha. All’arrivo, visitiamo Il “Palazzo della Grande felicità”. Risalente al XVII secolo su un precedente dzong del XIV secolo, imponente e fortificato, è costruito su una piccola isola alla confluenza dei fiumi Pho Chhu (considerato fiume maschio) e Mo Chu (fiume femmina). Lo dzong ha ospitato eventi cruciali nella storia del Bhutan, come l’incoronazione del primo re Ugyuen Wangchuck nel 1907 e nel 1910 il Trattato di Punakha, con il quale la Corona Britannica si impegnava a non interferire negli affari interni Bhutanesi in cambio della gestione degli affari esteri. Infine, nel 2011 è stato celebrato qui il matrimonio dell’amatissima coppia, il re Jigme Khesar Namgyel Wangchuck con Jetsun Pema. Dopo la visita ci porteremo al ponte di legno sospeso sul fiume Pho Chhu, lungo 250 metri, dove sventolano i lung-ta, i “cavalli del vento”, le tradizionali bandierine di preghiera buddiste. Sistemazione in hotel a Punakha.Pensione completa.Il percorso di oggi è stato di circa 80 chilometri.10° GIORNO: 17 APRILEPUNAKHA – THIMPHURiprendiamo il cammino e al passo di Dochula (3100 metri di quota) ci fermiamo per ammirare la spettacolare veduta sulle vette dell’Himalaya orientale; qui 108 chorten segnano con il loro numero sacro, il confine e la completezza dell’esistenza. Arriviamo a Thimpu nel pomeriggio. Una delle più belle vedute sulla città di Thimphu si ha dal Kuensel Phodrang, dove una statua del Buddha Shakyamuni alta 50 metri e contenente 125000 piccole statue del Buddha osserva e protegge la città. Al termine, ci portiamo in auto verso l’alta valle di Thimpu per scoprire il Takin Bhutanese, il tipico animale che abita le montagne del Bhutan, un incrocio tra una mucca e una capra. Scesi nuovamente a Thimpu, ci sarà il tempo per visitare la cittadina, di cui apprezzeremo la sua tranquilla ’allure’, il suo stile che combina tradizione e modernità. Sistemazione in hotel.Pensione completa.Il percorso di oggi è stato di circa 80 chilometri.11° GIORNO: 18 APRILETHIMPHU – PAROLasciamo Thimphu per il viaggio di ritorno verso Paro. Lungo il percorso faremo sosta a Tachog Lhakhang, fatto edificare dal lama tibetano Drubthob Thangtong Gyalpo nel XIV secolo. La sua storia è molto interessante e legata al vicino ponte gettato sul fiume Pa Chhu. Probabilmente il piccolo monastero venne fondato dopo la costruzione del ponte sul fiume Pa Chhu: opera di ingegneria pionieristica, il ponte sospeso, costituito da catene e maglie di ferro – estratto da miniere locali e forgiano da abili artigiani – era fissato con corde e catene ai due punti di ancoraggio nei corpi di guardia sulle rive opposte del fiume. Questo ponte venne spazzato via da un’alluvione nel 1969 e sostituito da un ponte sospeso a cavi. Nel 2005, su direttiva del re, il ponte è stato ricostruito nel punto esatto di quello antico, utilizzando i pezzi delle catene di ferro recuperate e naturalmente, nuove reti di sicurezza a maglie di ferro. Oggi dunque si trovano vicini il ponte degli Anni ’70 e quello storico ricostruito.Il Lakhang si trova su una collinetta proprio sopra il ponte, a dominare il fiume e le montagne circostanti: lungo il sentiero che porta al monastero sono disseminate rocce ritenute sacre, tra le quali una con anelli di ferro che la leggenda vuole tenessero le redini del cavallo del figlio del lama costruttore Drubthob Thangtong Gyapo e altri segni di devozione. Proseguiamo alla volta del luogo sacro di Drakarpo. Nel corso dei secoli yogi e grandi maestri spirituali hanno reso omaggio a questo luogo, visitato nell’VIII secolo dal guru Padmasambhava e dalla consorte Dakini Yeshey Tshogay. Lungo il sentiero che porta al monastero si possono notare impronte di mani e di piedi, simboli ritenuti tracciati da entità superiori. Come tutti i luoghi dotati di grande forza spirituale, entrare in contatto con essi e compiere una kora – una cirmumambulazione rituale del monastero, viene ritenuto di grande beneficio e purificazione. Arrivo a Paro e sistemazione in hotel.Pensione completa.12° GIORNO: 19 APRILEPARO – DELHITrasferimento all’aeroporto e partenza per Delhi, dove si arriverà in tarda mattinata. Approfittiamo di questa tappa a Delhi per dare uno sguardo orientativo alla città. Ecco dunque New Delhi, con i suoi ampi viali e gli edifici governativi, l’India Gate e il Qutub Minar, la Tomba di Humayun, risalente al XVI secolo. Quindi la Old Delhi, con il Red Fort, Jama Masjid, la più grande moschea dell’India, costruita in marmo bianco e pietra rossa durante il regno dell'imperatore Shah Jahan. Sulle rive dello Yamuna vedremo il luogo dove il Mahatma Gandhi fu cremato dopo l’assassinio avvenuto nel 1948. Attraverseremo quindi il bazaar di Chandni Chowk, il più antico e frequentato della Vecchia Delhi. Al termine, trasferimento in hotel vicino all’aeroporto e sistemazione.Pernottamento.13° GIORNO: 20 APRILEDELHI – ITALIANelle prime ore del mattino trasferimento al vicino aeroporto. Partenza con volo internazionale per l’Italia, dove si arriverà in tarda mattinata. Termine del viaggio.
PARTENZE DI GRUPPO
Quote individuali minimo 10 partecipanti con l'assistenza di accompagnatore dall’Italia
PARTENZE 2025
in doppia Supplemento camera singola Dall' 8 al 20 Aprile (Festival di Paro) € 5.280,00 € 620,00 Il possesso e l'avvenuto pagamento dell'assicurazione sono requisiti necessari per l'effettuazione del viaggio. All'atto della prenotazione dovrà pertanto essere aggiunto il costo del premio assicurativo medico/bagaglio e annullamento, che è inseparabile dal pacchetto di viaggio.
Un numero inferiore di partecipanti comporterà la revisione delle quote
Quote valide sino al 08/04/25
Cambio applicato: 1 USD = 0,91 EUR
LA QUOTA COMPRENDE
• I passaggi aerei Delhi/Paro/Delhi su voli di linea, e voli domestici del Bhutan se richiesti dall'itinerario (15 kg di franchigia bagaglio) • Tutti i trasferimenti • Sistemazione negli hotel indicati • I pasti dettagliati nel programma • Visite ed escursioni come da programma • Ingressi durante le visite guidate • Assistenza di personale locale qualificato e di guide locali parlanti inglese • Assistenza di accompagnatore dall'Italia a partire da 10 partecipanti
LA QUOTA NON COMPRENDE
• Visto di ingresso in India (Euro 55) e visto di ingresso in Bhutan (Euro 35) • Voli internazionali e le tasse aeroportuali e di sicurezza e le tasse aeroportuali pagabili unicamente in loco • Eventuali supplementi di alta stagione per i servizi a terra di cui non si è a conoscenza al momento della elaborazione delle quote • Eventuali tasse locali per filmare/ fotografare • Eventuale introduzione di nuove tasse governative o aumenti delle stesse e aumenti del costo dei biglietti di ingresso ai vari siti di interesse turistico, parchi o riserve naturalistiche di cui non si è a conoscenza al momento della elaborazione delle quote • Bevande, mance e quant’altro non espressamente indicato